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L’importanza del linguaggio inclusivo
- giugno 13, 2025
- Posted by: wp_8651298
- Category: comunicazione aziendale crescita aziendale disabilità diversità e inclusione diversità equità e inclusione formazione finanziata formazione professionale continua miglioramento continuo parole giuste in zienda rispetto in azienda sviluppo risorse umane Uncategorized

Diversity & Inclusion: l’importanza di usare “le giuste parole” in azienda
Un quadro preoccupante emerge dall’ultimo studio dell’ADP Research Institute sulla diversità e l’inclusione nelle aziende italiane. Secondo la ricerca, il 75% dei lavoratori italiani sarebbe disposto a cercare un nuovo impiego qualora il proprio datore di lavoro non adottasse una politica chiara in merito a diversità e inclusione. Inoltre, solo il 27% dei dipendenti ritiene che la propria azienda abbia compiuto progressi in questo ambito negli ultimi tre anni, il dato più basso rispetto agli otto paesi europei analizzati.
L’importanza del linguaggio inclusivo
Per affrontare questa sfida, ADP, leader globale nella gestione del capitale umano, ha sensibilizzato i suoi 58.000 dipendenti attraverso una guida dedicata all’uso di un linguaggio più inclusivo in ambito aziendale. Il documento offre suggerimenti pratici per eliminare espressioni discriminanti e favorire un ambiente lavorativo più rispettoso, invitando le aziende a riflettere su come la comunicazione interna possa influenzare la cultura aziendale e la percezione dei dipendenti.
Le principali raccomandazioni includono:
- Uso consapevole del linguaggio per evitare termini con connotazioni culturali negative.
- Inclusione di genere e supporto alla comunità LGBTQ+, garantendo un linguaggio neutro e rispettoso.
- Eliminazione di riferimenti al colore della pelle, spesso utilizzati in modo stereotipato e discriminatorio.
Verso un lessico più equo e rispettoso
Il linguaggio aziendale, spesso inconsapevolmente, attinge da espressioni legate a contesti discriminatori o violenti. Termini come “blacklist” e “whitelist”, che attribuiscono valore negativo al nero e positivo al bianco, possono essere sostituiti con elenco non autorizzato e elenco autorizzato. Analogamente, frasi come “lavorare come uno schiavo” evocano una realtà storica dolorosa e dovrebbero essere evitate. Anche il cosiddetto linguaggio abilista, riferito alla disabilità in modo stereotipato, dovrebbe essere eliminato. Espressioni come “non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire” riducono a metafora situazioni reali e possono risultare offensive. È quindi fondamentale evitare riferimenti negativi alla provenienza geografica o culturale, affinché ogni individuo venga valorizzato senza pregiudizi.
Il cambiamento passa dalle parole: rispettare culture e origini nel linguaggio aziendale
L’adozione di un linguaggio più inclusivo non è solo una questione di forma, ma rappresenta un passo fondamentale verso un ambiente lavorativo equo e rispettoso per tutti. Nel gergo quotidiano si annidano espressioni che, spesso inconsapevolmente, svalutano tradizioni culturali e identità geografiche. È il caso della parola desaparecidos, usata comunemente per indicare qualcuno che sembra essere sparito nel nulla. Tuttavia, il termine ha un’origine tragica: si riferisce alle migliaia di persone arrestate e scomparse sotto i regimi militari dell’America Latina, vittime di persecuzioni politiche. Parole come meridionale, montanaro o provinciale, quando utilizzate per sottolineare differenze stereotipate, rischiano di alimentare pregiudizi e discriminazioni.
Dunque, le parole contano: scegliere quelle giuste può contribuire a creare un futuro professionale più inclusivo e sostenibile. L’evoluzione del linguaggio passa dalla consapevolezza di chi lo utilizza. Scegliere le parole con attenzione non è solo un atto di rispetto, ma un passo concreto verso una comunicazione più inclusiva e priva di pregiudizi.